martedì 12 ottobre 2010

L’Hip hop reggae salentino (fino al 2000)

L’Hip hop reggae salentino

L’Hip hop reggae nel Salento può essere considerato, a tutti gli effetti, un genere musicale indigeno. La parlata in dialetto, seppur “tecnologico”, la ripresa, più o meno velata, di canzoni popolari, il legame con il territorio ne sono alcuni esempi.
Oltre a ciò, si può anche considerare precursore del quarto genere, la musica contaminata, poiché la parlata si fonde con stili musicali non salentini.
Il testo che di seguito si propone è tratto in buona parte dal mio libro Lecce che suona (Capone 2003) e si ferma al 2003 o giù di lì (non mancano aggiustamenti e aggiornamenti).


L’Hip Hop Reggae nel Salento: breve storia di una lunga storia (fino al 2000)

L’Hip hop reggae nel Salento nasce ufficialmente nell’estate del 1991, allorché il Sud Sound System, fondato alla finde degli anni Ottanta, con ancora nelle sue fila Dj War, Militant P e Treble propone al pubblico il suo primo singolo: Fuecu/T’à sciuta bona (Centuy Vox, edizioni Music market).
DJ War, uno dei fondatori, già da diversi anni era in contatto con il mondo della musica. Terminati gli studi superiori, e trasferitosi a Bologna, fondò contemporaneamente a Lecce, un gruppo che suonava diversi generi, fra questi rap e reggae: era il Subnoise. C’erano anche Gopher D, futuro Isola Posse All Stars e Sangue Misto, e Paparicky.
Nell’estate del 1991 esce Fuecu, un singolo che cambierà il modo di fare Hip Hop in Italia, grazie soprattutto alla utilizzazione del dialetto salentino nei testi. È una scelta che sicuramente avrà i suoi effetti sul pubblico e sui media, che lo vedranno come un fenomeno unico in Italia che assurgerà a simbolo della musica popolare salentina, tanto da divenire oggetto di studio di accademici fra i primi e più importanti è da ricordare Inchiesta sull’Hip Hop di Fumarola e Lapassade) ed etnomusicologi che giungeranno a soluzioni interpretative diametralmente opposte, facendo del male a una musica che deve essere considerata interclassista e che, comunque, non si pone in alternativa ad alcun altro tipo di musica popolare, ad esempio la tarantella e la pizzica, ma da queste, semmai, prende spunto per divenire qualcosa di più contemporaneo, passando anche attraverso la musica folk degli anni Sessanta-Settanta.
Già nel primo singolo del Sud Sound System si possono notare riprese di ritornelli che erano propri di una determinata musica popolare salentina. Tale miscelazione fra reggae e musica leccese antecedente è divenuta evidenza nel 2008, quando in una intervista se non vado errato del 2008, Papa Gianni del Sss  afferma che “il connubio è piaciuto ad un bordello di gente, e da là hanno iniziato a prendere ‘sti testi, ‘ste musiche. In effetti nei primi testi come arzate San Giuanni, na sira, turciniedhri, ho utilizzato passi tratti dalla cultura salentina, ma erano passi veramente brevi, per non dimenticare”.
Nel 1992 escono due singoli: Reggae Internazionale (b side Punnu Ieu) e Turcinieddhi (b side Chiappalu) i quali, pur non avendo lo stesso successo del primo, saranno richiesti dagli appassionati.
Di questi due singoli è da notare l’importanza di Turcinieddhi che, sulla falsariga di un brano reso famoso prima dal Gruppo Liscio del Salento e poi da Bruno Petrachi (‘Ndaticchia mia di Oronzo), il Sud Sound System attua un mix fra Reggae e musica popolare contemporanea del Salento.
Del 1992 è anche l’esordio di Riccardo Povero, in arte Paparicky, il quale, riprendendo un notissimo brano partenopeo, lo trasforma in Lu Sole Mio che farà parte della colonna sonora di Sud, di Gabriele Salvatores.
Nel 1993 esordisce sulla scena dell’Hip Hop salentino Nandu Popu con il singolo, prodotto da Dj War e Dj R (featuring Neffa e Gopher, all’epoca con Sanguemisto) All’infiernu (b side Mamma li Turchi).
Sulla cover interna del 12 pollici risalta subito all’attenzione la doppia traduzione del brano, una in “lingua statale”, l’altra in inglese.
Nel 1994 il Sud Sound System si stacca definitivamente dalla Century Vox e fonda la propria etichetta, Ritmo Vitale, prima nel Salento a spingere Reggae, producendo  “Salento Showcase”, un cd-raccolta con molti artisti, noti e meno noti della scena locale e nazionale, fra cui troviamo Soul Boy, Gopher D e alcuni elementi della Salento Posse (Nandu Popu, Fat Fabio).
Il cd si presenta fondamentale sotto vari aspetti; il primo di questi è sicuramente dovuto al fatto che è un vero e proprio album, il secondo perché, non si può non notare la presenza di voci femminili (pressoché assenti negli altri lavori, ufficiali, precedenti e successivi, sino a “Salento Showcase 2000”, pur essendoci bravi cantanti donne, fra queste Fabiana (figlia del cantante dialettale leccese Augusto Nuzzone).
Bisogna tenere presente che è l’ultimo lavoro di Dj War con la posse salentina.
Il 1995 si presenta come un’annata storica per la scena Hip Hop italiana e salentina, esce infatti il primo disco di musica jungle, ad opera di Dj War: Dub Plate System / Really Dreamin’ (feat. Jody Marcos) che, ascoltandolo oggi, si presenta come un classico della vecchia scuola.
Nei primi mesi del 1996 esce l'album “Comu Na’ Petra”, che vede la collaborazione di tamburellisti salentini, collaborazione che farà gridare alla tanto sperata fusione di generi musicali che in molti credevano dovesse avvenire, creando l’ibrido tarantamuffin.
In realtà la fusione non è mai avvenuta, lo dimostrano anche i fatti, visto che nei successivi lavori del gruppo non vi sono più influenze musicali popolari.
Sempre per restare in tema, all’inizio di Comu t’à cumbenatu di Paparicky è presente un giro di tamburelli; perché allora gridare solo con il Sud Sound System all’auspicata miscelazione di generi? Forse per una scarsa conoscenza della musica nostrana o del “prodotto”  Hip hop reggae salentino.
Lavori successivi del Sud Sound System sono “Reggae party” e “Salento Showcase 2000” che vede, quest’ultimo, la partecipazione di uno svariato numero di promettenti artisti di Terra d’Otranto.
Nel 1997 nasce, nel Salento, una nuova crew: Fore Motha ’97, totalmente legata al rap ed alla sua cultura.
I protagonisti di questa nuova esperienza sono Dj Principino, Pikiniello, Bks, Dedi D e la cantante Lella.
Dello stesso anno di fondazione è il loro primo tape, “Fore Motha 97”.
Il secondo lavoro  si intitola “Nonostante tutto” e presenta delle peculiarità che fino a quel momento erano state trascurate dalla scena Hip Hop salentina.
Le basi sono prodotte in proprio, la presenza della voce femminile, aspetto di notevole importanza, dona un flava’ R’n B al disco.
Il linguaggio usato è l’italiano, anche se non si disdegna il dialetto salentino.
Nel terzo lavoro della crew di Lizzanello, “Spakkaske”, si tenta di intraprendere, ben riuscendoci fra l’altro, un discorso molto più ampio.
Alla produzione del cd infatti partecipa il meglio della scena dell’Hip Hop salentino: Wastasy, Trinchetto, Dj Velo e Killo. Oltre a questi ospiti partecipano anche Arco e Chef Ragoo.
Le basi nel lavoro si presentano ben fatte, si dà inoltre spazio a differenti discipline e generi musicali: il Djin’ e il Reggae. È per questo motivo che si presenta come uno dei lavori più significativi mai usciti nel Salento.
Sempre nello stesso anno esce il primo album da solista di Gopher D che, dopo l’esperienza con il Sud Sound System, decide di dare luce a Lu Servu Te Diu.
Anche questo cd è di notevole importanza per l’ampia distribuzione a livello nazionale e la partecipazione di special guests che hanno fatto la storia dell’Hip Hop italiano, fra questi Soul Boy e Dj Gruff.  Il Dj sardo in Be Liscio si scambia le rime con Gopher (in pratica il pezzo cantato da Gruff è di Gopher e viceversa).


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