domenica 27 agosto 2017

musica+storia+quotidianità


musica+storia+quotidianità

Magari fra quindici anni troverò "apprezzato" il mio pensiero di oggi, così come oggi trovo "rivalutato" il mio pensiero di quindici anni fa, quando facevo notare che la tradizione non è tradimento né meticciato – come affermavano invece i politici col loro fare punk e spocchioso di chi crede di poter devastare tutto perché non ha consapevolezza di nulla – ma traduzione, trasporto, trasformazione. È chiaro che mi fa piacere che oggi si quoti ciò che allora passò inosservato, probabilmente perché lo scrivevo io, forse perché non facevo (e non faccio) parte del cerchio degli amici del giusto. Mi spiace solo che in tanti lo facciano solo ora.
Torna poi in voga, e si realizza nelle opinioni di tanti,  ciò che scrissi in "Lecce che suona" (2003, nel capitolo "La morte della Taranta") ossia che La Notte della Taranta crea fenomeni irreversibili sotto l'aspetto musicale, decretando la morte della pizzica (musica): non so se sia un bene, ma ritengo, ancora oggi, che sia un dato di fatto. A conferma che di pizzica sia rimasto poco, i commenti dei puristi infastiditi perché al Concertone (ma La Notte della Taranta è anche le 18 tappe del Festival e i 16 appuntamenti dell’Altra Tela) s’è sentita troppa contaminazione  (“ill format”, cito Buckshot Lefonque in Music Evolution) e poca musica nostrana. Però ho imparato a trasformare l'energia negativa in positiva, e vedo in quello che vien fuori dalle tante, accese, discussioni un forte interesse per la “tradizione”, qui come in nessuna altra parte d’Italia e, forse, d'Europa. Purtuttavia si è divenuti talmente tanto orgogliosi dell’appartenenza etnica che tutto deve passare sotto il marchio “Salento”. In questo caso a far la differenza, dovrebbero essere la "conoscenza" e la "consapevolezza" di ciò che siamo e siamo stati. Queste molto spesso mancano e se non si provvede a colmare tale lacuna, "Salento" è destinato a rimanere un marchio commerciale, incapace di divenire simbolo nel quale una comunità intera possa riconoscersi.

----------------- INTERMEZZO: Il discorso cambia per il momento catartico, perché è innegabile che la musica sia in grado di guarire, ovunque. Anche a Melpignano, anche alla Notte della Taranta (che non fa musica proprio sgradevole, almeno a vedere più di centomila persone in festa). Sarà tarantismo contemporaneo? Mi pongo la domanda ed immagino una risposta osservando artisti impegnati a suonare sul palco per far danzare gli astanti e liberarli dai problemi quotidiani almeno per qualche ora. -------------------------

Detto questo, credo (ma è un mio punto di vista personalissimo) che ci si debba perfezionare non tanto per i suoni (discutere performance e performer è opinabile) quanto piuttosto per la ricerca e la divulgazione dei "fatti storici" e “di vita quotidiana” di Terra d’Otranto.
A mio avviso la via è: musica+storia+quotidianità e consapevolezza. Spero non si cominci a percorrerla fra quindici anni.

giovedì 27 aprile 2017

Federico Capone nel Comitato Scientifico della Fondazione "La notte della Taranta"


A presiederlo il prorettore dell’Università del  Salento Domenico Fazio



Nominati i nuovi componenti

del Comitato scientifico

della Fondazione La Notte della Taranta









Si tratta dell’etnomusicologo Maurizio Agamennone, del sociologo Aldo Bonomi, dello storico delle tradizioni Federico Capone,  del filosofo Domenico Fazio e del geografo Fabio Pollice. A presiedere il Comitato sarà il prorettore dell’Università del Salento Domenico Fazio. Il Comitato scientifico, per i temi di cultura e ricerca, affianca nella funzione consultiva il Consiglio di amministrazione composto dal Presidente Massimo Manera, dal vicepresidente Raffaele Gorgoni e dai componenti Ivan Stomeo e Francesco Pellegrino. 


“Abbiamo inteso dare spazio - ha sottolineato Massimo Manera, Presidente della Fondazione La Notte della Taranta -  a competenze diverse. Figure di alto profilo culturale che testimoniano ancora di più quello che è il nostro preciso obiettivo: fare della Fondazione uno strumento di crescita culturale e di sviluppo socio-economico del territorio salentino attraverso una stabile interconnessione  con il panorama italiano e internazionale. Ringrazio i professori Fazio, Bonomi, Agamennone e Pollice e il giovane Capone per aver accettato la nomina. Il Cda della Fondazione chiederà da subito ai nuovi componenti un confronto sulle iniziative culturali da promuovere per il ventennale del Concertone che ha rivoluzionato le pratiche culturali nel Mezzogiorno d’Italia. Ringrazio anche tutti gli altri  partecipanti al bando pubblico per la selezione del Comitato Scientifico che hanno dimostrato vivo interesse per l’operato della Fondazione”.

Il comitato scientifico è l’organismo consultivo della Fondazione, si compone da non più di 5 membri, nominati dal Consiglio di Amministrazione, tutti scelti fra persone particolarmente qualificate e di riconosciuto prestigio nei settori di interesse della Fondazione. Il Presidente è eletto nell’ambito del Consiglio. Il comitato scientifico collabora con il Consiglio di Amministrazione nella definizione e nella realizzazione delle attività della Fondazione e svolge una funzione tecnico-consultiva in ogni questione in cui il Presidente o il Consiglio di amministrazione lo ritengano necessario. I membri del Comitato scientifico durano in carica 5 anni e sono prorogabili una sola volta e se nominati prima della scadenza quinquennale, restano in carica fino a tale scadenza (Articolo 19, Statuto Fondazione La Notte della Taranta). 


COMITATO SCIENTIFICO

Domenico FAZIO (Presidente Comitato Scientifico)
Filosofo. Dal settembre 2015 è Prorettore vicario dell’Università del Salento. È ordinario di Storia della Filosofia presso l’Università del Salento.
I suoi studi vertono soprattutto sulla filosofia tedesca dell’Ottocento – in particolare su Schopenhauer, Nietzsche e Paul Rée – ma i suoi interessi spaziano dalla filosofia italiana del Rinascimento – con particolare riguardo al salentino Giulio Cesare Vanini – al pensiero politico meridionalista e liberalsocialista, dall’estetica della Scuola di Francoforte alla filosofia della musica. Ha al suo attivo oltre cento pubblicazioni, molte delle quali all’estero.
È musicista dilettante.

Maurizio AGAMENNONE
Etnomusicologo.  Allievo di Diego Carpitella, è professore associato di etnomusicologia presso l’Università di Firenze.
Si è occupato delle pratiche di improvvisazione poetica, dei processi performativi nelle polifonie viventi, delle produzioni dei “musicisti migranti” in ambiti di globa(gloca)lizzazione, delle scritture e pratiche performative nell’avanguardia musicale europea del secondo Novecento, del confronto interculturale nella musica contemporanea di fine/inizio millennio.


Aldo BONOMI
Sociologo. E’ fondatore del Consorzio Aaster che dirige dal 1984. Da oltre trent’anni svolge studi e ricerche sulle dinamiche territoriali. Cura la rubrica Microcosmi sul “Sole 24 Ore”e ha redatto la rivista “Communitas”. Tra i suoi libri Il distretto del piacere (200) Il capitalismo molecolare (1997) Elogio della depressione (2011 con E. Borgna), Il capitalismo in-finito. Indagine sui territori della crisi ( 2013)  nonché i recenti Dalla smart city alla smart land  (2014 con R. Masiero) e La società circolare. Fordismo, capitalismo molecolare, sharing economy (2016 con R. Masiero e F. Della Puppa), quest’ultimo nella collana Comunità Concrete da lui personalmente curata.


Federico CAPONE
Storico.   Si occupa di storia delle tradizioni popolari con particolare riferimento a quelle di Terra d'Otranto, al fenomeno del tarantismo, al Reggae+HipHop salentino, alla letteratura ed alla canzone dialettali. È specializzato negli studi sulla ricontestualizzazione delle tradizioni musicali popolari.
È autore di numerose pubblicazioni, fra queste Lecce che suona (Capone Editore 2003), Hip Hop Reggae Dance Elettronica (Stampa Alternativa 2004), Sata terra (Issuu 2011) Viaggio nel Salento magico (Capone Editore 2013) e Osservazioni sul tarantismo (Capone Editore 2016).




Fabio POLLICE

Geografo. Ha insegnato nelle Università di Napoli “Federico II” e di Roma “La Sapienza”. Dal marzo 2016 è Direttore del Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo dell’Università del Salento, dopo essere stato nella stessa Università per un triennio Coordinatore del Dottorato di Ricerca in Human and Social Sciences. È altresì membro del Consiglio Direttivo della Società Geografica Italiana, componente del Comitato Scientifico del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali e Direttore della Scuola di Placetelling dell’Università del Salento. Si occupa di temi di geografia applicata con particolare riguardo per i temi legati allo sviluppo territoriale e ai rapporti locale-globale con approfondimenti sul rapporto tra turismo e cultura e al ruolo della cultura nei processi di sviluppo locale. È autore di oltre un centinaio di pubblicazioni scientifiche di livello nazionale ed internazionale