La
scrittura e
la macchina
ai
tempi
dell'uomo (di ieri, di oggi e) di domani
ci
pensino i bancari che allo sportello avvisano il cliente
che
c'è la macchina automatica per i versamenti...
Il
computer a scuola per svolgere un tema d'italiano
o tradurre una versione di latino
Di
tanto in tanto mi domando cosa si veda di strano anche nella sola
proposta di acconsentire all'utilizzo del computer a scuola per
svolgere un compito in classe, magari discutere
un tema di italiano o
tradurre una versione di latino. Raramente,
nella storia è stato il mezzo in sé a fare la differenza e, di
certo, non l'ha mai fatto quanto l'abbia potuta
fare
l'umanità.
Una
volta era vietata la calcolatrice se prima non s'imparava a
conteggiare col pallottoliere, eppure oggi in pochi perdono tempo a
far di conto a mano. Non gli studenti delle scuole medie, non gli
scienziati; è, in un caso e nell'altro, più comoda e puntuale una
calcolatrice. E nessuno per questo si lamenta.
Egual
discorso dovrebbe valere nel rapporto fra computer e scrittura. La
comodità sta, specificatamente, nell'evidenziatore automatico di
parole non riconosciute e refusi e ripetizioni, nell'avere a portata
di tasto destro di mouse suggerimenti, sinonimi, contrari e, ancora,
nella possibilità di consultare l'immensa banca dati che è Internet
che, se utilizzata come si deve, consente, avendone voglia e tempo,
di scovare e riportare con precisione certosina autori
e referenze
bio-bibliografiche, facendo riferimento all'edizione principe. Ciò
non toglie che bisogna prima studiare sull'abecedario che, come
l'abaco per la matematica, è uno straordinario strumento che insegna
a pensare (metodo),
regalando umanità ad un procedimento altrimenti asettico nello
sviluppo e nel risultato.
Il
metodo (pensiero)
allarga gli orizzonti e consente di scrutare oltre gli ordinari
scenari che, per quanto riguarda il mondo della scrittura e del libro
non si concludono nello scontro, fra l'altro già passato, fra i
sostenitori del libro cartaceo e quelli del supporto digitale.
Quando
la realtà supera la fantasia
In
futuro la scrittura, intesa come conseguenza di un pensiero meditato
e fissato su un supporto, svolgerà un ruolo sempre più marginale, e
la tecnologia, rispondendo ad una ben precisa richiesta economica -
la stessa che allunga la vita dell'uomo per spremerlo meglio -
consentirà, con istantaneità, a "far rimanere" ciò che
prima era destinato a "volare".
I
lati positivi saranno tanti, soprattutto se pensiamo a chi oggi, per
natura o per fato della vita, non ha facoltà di scrittura con gli
arti.
Sarà
affiancato, a questo processo di impressione
sotto dettatura, un filtro (applicazione, programma) in grado di
tradurre simultaneamente il
nostro verbo,
per cui se avessimo bisogno di comunicare
un cinese, dovremo semplicemente prenderci la briga di parlare nella
nostra lingua nativa. E viceversa.
Brain
to paper.
Ossia
dal
pensiero
al supporto
Successivamente
il
parlare
per scrivere
sarà sostituito dalla trascrizione tramite impulsi cerebrali, e
sarà il pensiero ad essere ridotto graficamente e, anche in questo
caso, si avranno benefici indubbi in ambito medico.
Ma
macchine e tecnologie diverranno di uso comune, per cui il gesto
grafico verrà a mancare del tutto e l'inchiostro della penna
(ammesso che qualche legge non ne limiti l'utilizzo prima,
considerandolo inquinante o dannoso per la salute) non sarà più il
sangue del cervello (cit. G. U.), ma si avrà un diretto passaggio
dal cervello al supporto
(ossia
brain
to paper).
Non
è nostro compito dare una lettura positiva o meno di tali
cambiamenti, che sono ineluttabili e irreversibili - e che fra
l'altro si sono già realizzati con tempi più dilatati quando si è
passati dall'incisione su pietra alla scrittura su papiro alla stampa
a caratteri mobili al desktop publishing - ma una cosa, riguardo
le ricadute sociali
è prevedibile:
avendo
tutti la possibilità di fissare la loro
parola in una qualsiasi lingua, si andrà verso un codice
universale, con un vocabolario sempre più immediato e livellato.
Quale
futuro (divagazioni
sulle macchine e i potentati economici)
La
semplificazione è conveniente per i grandi potentati economici che,
oltre a
lanciare un unico messaggio valido
per tutti,
potranno
risparmiare
investendo in macchine (e quindi meno manodopera, ci
pensino i bancari che allo sportello avvisano il cliente che c'è la
macchina automatica per i versamenti...).
Nel mondo ci saranno sempre più spazi perché la popolazione è
destinata a decrescere (non c'è lavoro, non si fanno figli) e quindi
i pochissimi imporranno le loro regole sui pochi, creando
lavoro selettivo e a basso costo.
Torniamo
al discorso principale.
In
una prospettiva di codificazione
unica si può intravvedere già da ora l'interdipendenza
fra l'uomo (che abbasserà il proprio peso sociale) e la macchina
(che pur restando ferma, invece, il proprio peso sociale lo alzerà).
Ci
sarà così più tempo da re-investire… in lavoro a
basso prezzo.
Paradossale
il risultato
In
un mondo digitale la macchina e l'uomo saranno pari. E la scrittura,
intesa come conseguenza di un pensiero meditato e fissato su un
supporto, si diceva, svolgerà un ruolo marginale.
Ma
tutto ciò non deve rammaricare: anche domani (come oggi e come
ieri), ma in un mondo forse un po' più "piatto", a fare la
differenza non sarà il mezzo ma ciò che il risultato finale
riuscirà a trasmettere in termini di umanità.
Un
paragone architettonico
Un
paragone architettonico si potrebbe azzardare: ciò che resta non
sono i prefabbricati abruzzesi, ma i templi della Valle in Sicilia,
il
Partenone di Atene, il Colosseo di Roma
e le chiese e le moschee. Tutto ciò che insomma trasuda modi di
lodare e di vivere, pensiero e fatica.
A
prescindere dal mezzo.
Quesito
La
domanda non è "come hanno fatto a costruirlo?" ma "come
hanno fatto a pensarlo?".
Il
supporto avrà la sua importanza
E
il supporto? Anche quello avrà la sua importanza. Il libro cartaceo
diverrà raro. Cominciate a collezionarlo ed a custodirlo come si
deve. Per il bene dei vostri pronipoti. Per rispetto verso i vostri
avi.
Spero
sia stato comprensibile. Lecce, 11/03/2015
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