venerdì 28 febbraio 2014

Martedì Grasso - Paulinu Cacafae

Si avvvicina Martedì Grasso e mi piace postare ciò che sto scrivendo su questo antico rito legato al culto del fuoco e della vegetazione, diffuso, oltre che in molti paesi del Salento, anche in buona parte dell'Europa.

 
Martedì grasso – lu Paulinu
L'ultimo giorno di Carnevale le strade dei paesi del Salento vengono percorse da un singolare corteo funebre che vede protagonista (suo malgrado passivo) lu Paulinu (Paolino), un fantoccio riempito di paglia e vestito a festa -come si conviene a chi è destinato a miglior vita-, che viene accompagnato nel suo ultimo viaggio da improvvisati familiari, amici di vita abbigliati a lutto stretto e improbabili chiangimuerti (prefiche che, nel caso specifico, sono uomini travestiti da donna).
La messa in scena, chiaramente canzonatoria, ribalta l'ortodosso rito cattolico e non manca di parti “recitate” in maniera estemporanea. Ecco allora che la mamma, affranta, così si dispera strappandosi i capelli: Beddhu miu, core de mamma toa / figghiu te ci sape quale sire, / tantu buenu sinti e lurdu / ca faci cchiu' scuru ca luce (bello mio, cuore di mamma tua, figlio di chissà quale padre, sei così buono e sporco, che produci più buio che luce), e la sorella ribatte: Paulinu, pòru frate miu / beddhu, beddhu, facci de mpisu! / Oimmena, ce brutta sorte ca ha uta, frate miu... / Paraisu a tie e sanetate a nui... (Paolino, povero fratello mio, faccia da impiccato / Ahimé, che brutta sorte t'è toccata fratello mio... / che Dio t'abbia in gloria e dia gioia a noi...).
Per le nobili gesta compiute da lu Paulinu, la presenza degli amici e conoscenti è amplissima, e non si esime dal ricordarlo per il suo esemplare modo di vivere: Hai ragione, caru amicu, la zzappa te pesava e la mannara te straccava... lu lavoru nu' te ndurava... (Hai ragione caro amico, la zappa ti risultava pesante, e la mannaia ti stancava, il lavoro ti puzzava...).
Il corteo, sovente, è accompagnato da un banda musicale che esegue le più varie musiche.
Arrivata in piazza, la processione si ferma e gli astanti si pongono in cerchio attorno alla bara, così al fantoccio viene dato fuoco e, con lo scoppiettìo dei tricchi tracchi, il Carnevale va via.

Si veda Antonio Garrisi, Suntu fatti nesci

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