Cristianesimo
e tarantismo
Chiesa di San Foca (Melendugno, Le).
Quadro raffigurante il martire di Sinope
Quadro raffigurante il martire di Sinope
Il
tarantismo è
strettamente legato al cristianesimo. E
in questo senso l'unico protagonista non è Paolo,
del
quale abbiamo già avuto modo di scrivere(1)
ma anche altri santi e, a quanto ne sappiamo, una madonna, quella del
Buon Consiglio, o del Rimedio. Per ragioni non solo di galanteria,
partiamo da questa Madonna che ha una chiesetta
a Lei intitolata
in Palermo e
questo poiché
fu essa a consigliare Ruggero di accendere un fuoco per liberarsi
dalle tarantole che molestavano l'esercito normanno quando, nel 1064,
piantò
le tende
sul monte Pellegrino, nei
pressi della
città siciliana.
Seguìto
il consiglio ed
appiccato
il fuoco...
le tarantole si dileguano, a
questo punto,
per devozione,
Ruggero,
espugnando
Palermo
nel
gennaio del 1072, fa
erigere la chiesetta che
ancora oggi è lì a testimonianza
dell'accaduto.
L'attuale
santo patrono d'Italia, San Francesco, a quanto riferisce Berkley
(1717), rende immuni i Francescani, tranne i Cappuccini, dal morso
della tarantola, né la temono, “perché l'insetto ha avuto la
maledizione di S. Francesco. L'abito francescano indossato per 24
ore, guarisce
il tarantato”.
A
San Vito a Vallata (Avellino), durante la processione in onore del
patrono san Vito (lo
stesso del “ballo”, quello che guarisce la chorea, l'epilessia, e
altro...) ,
si recita quest'inno:
"Voi cacciatori che a caccia andate, / andate a caccia felici e
contenti, / appresso con i cani praticate, / potete avere qualche
toccamento / Non solo dai cani arrabbiati, / siamo soggetti a tutti
gli elementi; / scorpioni
e serpi avvelenate stanno nascosti, e voi non li vedete / Voi andate
di fede a San Vito, /quello porta l’unguento per la ferita"...
E
in
Terra d'Otranto
vi
è san Paolo, ma non solo.
Ernesto
de Martino scrive, in La
terra del rimorso (1961),
che “sulla sconvolta e aspra costa adriatica della Penisola
Salentina, vi è un paesino, S. Foca, nella cui chiesa si
distribuiscono ancora ai visitatori ingiallite immagini di questo
Santo bizantino, accompagnate dalla didascalia: S.
Foca protegge in modo particolare i suoi devoti dai morsi degli
insetti e rettili velenosi, come tarante, vipere etc”.
Il legame diretto fra San Foca e il morso del ragno non si
evince dalla sua agiografia, ma dalla tradizionale
(con)fusione insetto-rettile. Il
martire di Sinope, infatti,
gettato in una fossa piena di serpenti velenosi, ne
uscì
indenne. A
questo bisogna aggiungere che Egli
è
anche il protettore degli agricoltori.
(1)
Ecco
come descrive, Gianfranco
Pivati nel suo Nuovo
dizionario scientifico e curioso sacro-profano
(1747) il
fatto miracoloso avvenuto a Malta che vede protagonista l'apostolo
delle genti:
“[...] dopo l’arrivo di San Paolo a Malta non vi furono più né
vipere né alcun altro animale velenoso, e che quegli stessi che
vengono portati d’altra parte, non vi possano vivere,
particolarmente nel sito dove San Paolo fu morsicato, che è una
caverna, dalla quale tutto il giorno vengono portate via pietre per
scacciare gli animali velenosi, e per servire da protezione e da
rimedio contro le punture degli scorpioni e dei serpenti: né si può
dire, che questa sia una proprietà naturale del Paese, perché
quando vi capitò san Paolo, gli abitanti avendolo veduto morsicato
da una vipera giudicarono che cadesse morto. La cosa dunque deve
derivare dalla particolare benedizione di san Paolo estesa su tutta
l’isola; e un viaggiatore ci assicura, che vi si veggono dei
bambini maneggiare scorpioni senza pericolo (...)”.
Per quanto riguarda il culto di San Vito, potete consultare il nostro link http://sanvitovallata.wordpress.com
RispondiElimina