Tra fate e tarantelle
Nostalgia e curiosità caratterizzano questo
libro tra il saggio e il racconto che riporta il lettore alla condizione
di bambino, a quando le donne con le loro sedie sulla soglia di casa,
incantavano ragazzini con storie terribili e affascinanti. Federico
Capone, per la Capone Editore, s’inoltra in
una visita guidata del Salento attraverso le testimonianze storiche e
scientifiche di grandi autori da Nicandro a Sigismondo Castromediano, storie e
leggende, scritti sulla taranta, sui ragni, sulla costituzione fisica di
una terra naturalmente portata all’incanto.
L’ingresso in Puglia e nel Salento, attraverso questa guida, sembra passare da porte magiche che una volta valicate mostrano un mondo di credenze in cui anche gli ulivi incantati parlano e ballano come “fanciulli irrequieti e boriosi”. “Lu cuntu” di dolore, di donne che si facevano trasportare fino allo sfinimento dal suono dei tamburelli, di uomini che lottavano contro le avversità e, quando ne venivano sopraffatti, accusavano folletti e “lauri” per i dispetti subìti. Un viaggio nel Salento che attraversa la magia, la storia e la scienza, intrapreso già da tempo da diversi studiosi (come Maurizio Nocera che del libro firma la prefazione) e che ancora prima è partito da Ernesto de Martino.
“Viaggio nel Salento magico” entra nella tradizione ed esce dal business che negli ultimi anni ha catturato il tarantismo, denunciando il “tradimento” dei suoi eventi meramente mediatici ed economici, l’abbandono della strada della ricerca e del fascino. E in questo quadro in cui la magia ha lasciato spazio alla materialità, le parole di Sigismondo Castromediano cadono a pennello: “I nostri avi credevano almeno alle fate! Il nostro secolo… ahimè, non crede a nulla!”. (Recensione apparsa su Qui Salento, ottobre 2013)
L’ingresso in Puglia e nel Salento, attraverso questa guida, sembra passare da porte magiche che una volta valicate mostrano un mondo di credenze in cui anche gli ulivi incantati parlano e ballano come “fanciulli irrequieti e boriosi”. “Lu cuntu” di dolore, di donne che si facevano trasportare fino allo sfinimento dal suono dei tamburelli, di uomini che lottavano contro le avversità e, quando ne venivano sopraffatti, accusavano folletti e “lauri” per i dispetti subìti. Un viaggio nel Salento che attraversa la magia, la storia e la scienza, intrapreso già da tempo da diversi studiosi (come Maurizio Nocera che del libro firma la prefazione) e che ancora prima è partito da Ernesto de Martino.
“Viaggio nel Salento magico” entra nella tradizione ed esce dal business che negli ultimi anni ha catturato il tarantismo, denunciando il “tradimento” dei suoi eventi meramente mediatici ed economici, l’abbandono della strada della ricerca e del fascino. E in questo quadro in cui la magia ha lasciato spazio alla materialità, le parole di Sigismondo Castromediano cadono a pennello: “I nostri avi credevano almeno alle fate! Il nostro secolo… ahimè, non crede a nulla!”. (Recensione apparsa su Qui Salento, ottobre 2013)
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