lunedì 17 agosto 2015

TERRAMIA di TrebleLuprofessore. Impressuoni personalissimi.


TERRAMIA di TrebleLuprofessore. Impressuoni personalissimi.





“E' criminale, chi va contro chi vuole solo difendere,
la terra dei padri e dei figli che no non si vogliono arrendere”

"Terramia", di Antonio Petrachi aka TrebleLuProfessore, è un brano destinato a lasciare il segno nella storia della musica di Terra d'Otranto per il messaggio che porta, e per il modo.

Terranostra
Il titolo affascina perché include: "Terramia" - pur essendo la descrizione di un Salento visto con gli occhi di Treble – diviene di ognuno di noi, quindi terra nostra, e ne apprezziamo subito la reciproca appartenenza; basta questo per farci sentire in dovere di difenderne i luoghi e le civiltà da attacchi mossi dall'esterno ma, anche e soprattutto, dalle baronie locali, dalla mafia e dai politici che, da sempre, "nu su boni".
Sintetizzando, il merito primo di LuProfessore è quello di coinvolgere l'ascoltatore rendendolo partecipe di una visione personale che diviene collettiva. 

Il primo ascolto e i successivi
La maturità musicale (ma non avevamo bisogno di conferme, data l'autorevolezza) si fa valere nell'immediato, tant'è che il brano suona bene fin da subito. All'esperienza, che si acquisisce col tempo,  si affianca la bravura, che è una dote innata e vien fuori agli ascolti successivi, che non stancano mai ed anzi stimolano mente e coscienza ed è allora che il messaggio, mai urlato, prevale prepotentemente sul resto.

La poesia sta nel luogo, e nelle parole
Se il Salento è una terra ricca, Roca con la Poesia, lo è ancor di più: qui infatti accade qualcosa di raro: materiale e immateriale si fondono, superando il concetto di patrimonio economicamente inteso e trasformandosi in qualcosa di magico, di indefinibile: miglior set per una terra che è luogo e storia, non poteva che essere questo.
Ma nella "finzione" cinematografica si ha la possibilità di intravvedere altro: il futuro nelle mani di un bambino.

Il Video
Il video, pur essendo parte integrante del brano, merita una lettura a parte che spero coincida almeno minimamente con quelle che erano le intenzioni di autore e regista quando hanno scritto la sceneggiatura che ha, di fondo, due protagonisti-antagonisti, il bene e il male:
1) Il tubo, nell'immaginario collettivo locale così come nel video, assume una connotazione negativa, anche quando è portato a spalla, quasi se ne stessero svolgendo le esequie, richiama momenti tristi, legati al rito funebre. Ma noi non siamo, per scelta, né suoi amici né suoi famigliari, pertanto, quand'anche fosse, non ci strapperemmo i pochi capelli rimastici per il dolore.
Una veste decisamente più cattiva la indossa, il tubo, quando con violenza distrugge il castello di sabbia costruito dal bambino, cominciando a minare la parte più debole (solo apparentemente, poi vedremo perché) di un territorio che, se non ha radici profonde e fondamenta solide, è destinato ad essere distrutto da chi viaggia nel mondo del business.

2) Il bambino rappresenta invece il futuro benevolo e forte e salvifico, in poche parole “i figli che non si vogliono arrendere”; a questo punto bisogna soffermarsi un attimo su una porta che, chiudendo lo sguardo all'orizzonte e quindi alle speranze, gioca anch'essa un ruolo centrale nella sceneggiatura, poiché rappresenta il futuro, fatto in un primo momento di tubi e miss, ma chiuso a chi lotta. Se fossimo un popolo di lagnoni, il bambino, dopo aver visti distrutti i suoi sogni di sabbia ed e trovandosi di fronte una porta chiusa, quantomeno si sarebbe dovuto scoraggiare. Invece c'è un significativo finale: il nostro piccolo eroe spunta da dietro quella porta, aprendola a chi lotta e quasi ad invitare tutti noi più grandicelli, ribadendo con forza che il futuro, anche il nostro, è loro: dobbiamo combattere e difenderli, perché lasceremo loro ciò che siamo, nelle loro mani il nostro essere.